Il nuovo allestimento di dipinti nella Sala Aldo Moro si propone di offrire ai visitatori del Palazzo, anche virtualmente attraverso la presente pagina web, un approfondimento sul tema della natura morta.
Si tratta, in primo luogo, di una selezione di alcuni dei più rappresentativi dipinti di genere, presenti nelle sedi parlamentari a titolo di deposito temporaneo dalle principali realtà museali o a titolo di proprietà. Negli ultimi anni il soggetto proposto è tornato alla massima attenzione di storici dell'arte e di appassionati. Basti pensare, a titolo di esempio, che il Musée du Louvre a Parigi ha proposto una mostra dedicata: "Les choces. Une histoire de la nature morte", dal 12 ottobre 2022 al 23 gennaio 2023, che ha riscosso un notevole successo di pubblico e di critica.
Come noto, con natura morta, termine coniato specificamente in età tardo rinascimentale, ci si riferisce alla rappresentazione di soggetti pittorici statici (fiori, frutta, vasellame, oggetti d'arte).
Nel corso della storia, con l'evolversi del gusto e degli stili pittorici, la pittura di natura morta è profondamente mutata, fino ad arrivare al Novecento allorquando, anche per l'influsso di Cézanne, gli artisti europei hanno allargato il campo di indagine anche ad altri oggetti, precedentemente non contemplati nel canone classico.
I sette dipinti esposti presso la Sala Moro offrono un esempio, pur non esaustivo, dei cambi di registro del linguaggio artistico, in particolare con riferimento all'uso del colore e alla scelta del soggetto. E' presente un olio di Andrea Scacciati (Vaso azzurro con tulipani Gallerie degli Uffizi), uno dei massimi rappresentanti post caravaggeschi di nature morte. Due dipinti di Bartolomeo Bimbi (Natura morta con frutta e Natura morta con frutta e piatto, Gallerie degli Uffizi) e uno di Cristoforo Munari (Natura morta con frutta, strumenti e terraglie, Gallerie degli Uffizi), entrambi esemplificativi del gusto tardo barocco, restano nel solco della tradizione, pur introducendo taluni elementi di novità con riferimento allo sfondo e ai protagonisti del dipinto. Ben diverso, per vivacità dei colori e ricchezza dei contenuti, l'opera di Maria Isabella Borbone (Fiori e Frutta, Museo e Real Bosco di Capodimonte), che sceglie una composizione vasta, esaltando la luminosità.
Concludono l'esposizione due opere contemporanee, vicine per anno di creazione: Gino Severini (Piccione e bicchiere, olio su compensato, 1938, Camera dei deputati) e Fiorenzo Tomea (Natura morta con salvadanai, 1939, Camera dei deputati), che traducono le nuove inquietudini e sensibilità proprie delle correnti artistiche francesi ed italiane della prima metà del Novecento.